Passando per via Abate Minichini si trova un cancello sempre chiuso. Chi ha vissuto la zona fino agli anni 90 ricorderà che prima questo cancello non c’era e si poteva salire fin sopra quello che è l’istituto figlie di Sant’Anna. Le suore che vi abitavano (e che vi abitano ancora oggi) lasciarono il passaggio aperto fino alla fine degli anni 90. al principio di questa salita,che porta fin sopra via Carlo de Marco dove si trova la seconda entrata del complesso, si trovavano le terre di un contadino che vendeva le uova fresche, e per accontentare un po tutti avendo poche galline, venivano date poche uova a testa se non proprio una. Le uova erano quelle da bere, fresche di giornata. Si faceva il buco sotto e sopra, alcuni le bevevano mettendoci sale e limone e le compravano per i bambini.
Il posto è conosciuto per essere stata scuola materna ed elementare per molti abitanti del quartiere e zone limitrofe. Sovrastato dalla tangenziale, ma allo stesso tempo lontano e nascosto dal caos cittadino, viene ricordato da molti come un luogo fiabesco. L’istituto è chiamato figlie di S. Anna in onore di Anna Gattorno, suora che molto fu impegnata nell’aiutare il prossimo, in particolare i sordomuti. Il comune pose una lapide fuori l’istituto in via Minichini per ricordarne l’impegno profuso durante il colera del 1884. Morì nel 1900 a Roma, dove i suoi resti mortali, esumati furono trovati incorrotti. Anna Rosa Gattorno è stata proclamata Beata da Papa Giovanni Paolo II il 9 aprile 2000. La sua festa si celebra il 6 maggio.
C.Lucci