I Santi Giovanni e Paolo. Patroni del rione San Giovanniello (Napoli)
Il 26 Giugno è il giorno in cui ricadono i festeggiamenti in onore dei Santi Giovanni e Paolo, Martiri Romani del IV secolo a cui sono intitolate la parrocchia di piazza Ottocalli e la vecchia “strada di San Giovanniello”. Chi erano i due Santi e cosa li lega al quartiere di San Giovanniello?
I Santi erano due fratelli al servizio di Costanza, figlia dell’imperatore Costantino. Giovanni era maggiordomo, Paolo invece ricopriva la carica di “primicerio”, una sorta di notaio. Vengono descritti come persone intime e molto amate dalla figlia dell’Imperatore.
Accadde che Costanza venne chiesta in sposa da un ufficiale Romano di nome Gallicano. La proposta fu causa di afflizione per Costantino, sapendo che la figlia avrebbe voluto vivere vergine, ma la donna accettò ad un patto: Gallicano si sarebbe impegnato a vincere gli Sciti in Tracia, portando però con sé i due fratelli Giovanni e Paolo. Al suo ritorno se vincitore l’avrebbe avuta in moglie. Ecco il motivo per cui i Santi vengono raffigurati anche come soldati Romani.
Tornato Gallicano dalla battaglia raccontò all’imperatore che nel momento in cui la guerra sembrava persa, ed erano circondati dagli Sciti in Filippopoli, i fratelli Giovanni e Paolo lo invitarono a fare voto a Dio. Così accettando immediatamente cambiarono le sorti dell’ufficiale. Il suo esercito pur essendo stato decimato uscì dalla guerra vittorioso. In seguito alla grazia ricevuta Gallicano si convertì al Cristianesimo, con la gioia di Costanza e dell’Imperatore Costantino.
(Queste memorie si trovano in maniera molto più esaustiva nelle varie biografie esistenti. Se si raccontano tutti gli episodi legati a conversioni e miracoli dei Santi ne nascerebbero dei libri. In questo scritto si è voluto riportare in sintesi solo parte di quella che viene definita “legenda aurea”, essendo la vita dei Santi motivo di discussione per via delle fonti “tarde” a riguardo.)
Morto l’imperatore Costantino gli successe Giuliano. Quest’ultimo al contrario del primo perseguitava i Cristiani non riconoscendo l’autorità ecclesiastica. Fu chiesto a Giovanni e Paolo di convertirsi al paganesimo e di andare a servire il nuovo imperatore nella sua corte.
Furono dati loro dieci giorni per decidere. I Santi mandarono a riferire che non si sarebbero mai convertiti. Fu così che il 26 giugno del 362 vennero decapitati nella loro casa a Roma e lì sepolti. Terenziano, l’esecutore materiale della decapitazione, in seguito a quel gesto convertitosi al Cristianesimo per una grazia ricevuta sarà il redattore della biografia dei Santi.
Giuliano cercò di occultare le testimonianze di quel delitto, facendo uccidere anche chi ne era al corrente. Volevasi evitare che quel luogo diventasse meta di Cristiani, ma non andò così. Il 26 giugno del 363, ad un anno preciso dalla morte di Giovanni e Paolo, Giuliano fu ucciso in Persia, come riportato dalle fonti ufficiali. Sul luogo del martirio dei due fratelli venne edificata la tuttora esistente basilica dei Santi Giovanni e Paolo, sul colle Celio a Roma. Il giorno della loro morte, il 26 giugno, divenne la loro ricorrenza.
Come scritto furono molte le conversioni ed i miracoli attribuiti ai Santi Giovanni e Paolo. Considerati protettori contro le avversità atmosferiche, venivano invocati per la grazia del buono o del cattivo tempo. È qui vi è una curiosità da notare, che sembra spiegare il motivo per cui proprio nel quartiere “San Giovanniello” sia intitolata a loro una parrocchia di antica fondazione.
Il loro culto arriva a Napoli nei primi secoli del Cristianesimo, anche se l’ubicazione delle chiese a loro intitolate è cambiata nei secoli. Si trovano testimonianze di 3 chiese dedicate ai Santi, la più antica contenente un epitaffio in greco si trovava nelle pertinenze di “Nilo”.
Si narra che in tempi lontani, di fronte l’antica chiesa di San Giovanniello agli Ottocalli intitolata ai Santi Giovanni e Paolo, gli ortolani ed i massari erano soliti portarsi in processione al cospetto di una colonna di marmo. Lo scopo era chiedere la grazia del cielo. Se si voleva buon tempo si girava alla sinistra della colonna, mentre se si voleva la pioggia si girava nel senso opposto. Questa tradizione che getta le sua basi nel paganesimo è stata trattata da più scrittori antichi e contemporanei.
Nel 1590 il culto fu abolito e dichiarato superstizione dall’arcivescovo Annibale de Capua. La colonna venne gettata in un pozzo e fu istituita la parrocchia intitolata ai Santi Giovanni e Paolo, che essendo protettori contro le intemperie, poterono soppiantare l’antico culto pagano. Infatti dei Santi Giovanni e Paolo di dice “Habent potestatem claudere cælum nubibus, e aperire portas ejus”
In effetti ricercando non si può far a meno di notare quanto “il tempo” o le condizioni atmosferiche siano legate alla figura dei Santi. Vengono raffigurati spesso con tempeste sullo sfondo, ed in molte chiese che portano il loro nome, specialmente in realtà rurali e contadine, vengono invocati per ricevere la pioggia in momenti di siccità. Nei paesi di lingua tedesca sono considerati “Wetterheiliger”, ovvero “protettori contro le intemperie”. (C.Lucci)
Fonti
La storia riportata e riassunta riguardante i Martiri è tratta da “Dei Santi Giovanni e Paolo. Fratelli Martiri Romani. Ristretto storico di Padre Andrea Budrioli. Roma, 1728. In questo libro si riporta la “Legenda Aurea” dei martiri con molti aneddoti legati alla loro vita ed al loro culto.
La colonna degli Ottocalli. Tradizione pagana dismessa. La congettura della connessione tra la colonna ed i Santi è suggerita dalle similitudini tra i due culti, e dalla successione cronologica tra l’abolizione del primo e l’istituzione del secondo. L’argomento sarà trattato nel dettaglio in un altro testo.